Dopo tre anni di limitazioni dovute al covid siamo riusciti a riorganizzare un momento di incontro con i genitori. L’obiettivo di oggi era quello di fornire informazioni ai genitori; portare nuove conoscenze che consentano anche di riflettere in merito ai giovanissimi le loro responsabilità e quelle che ricadono sui genitori.
Ci sarebbe da raccontare molto di quello che ho abbiamo imparato questa mattina.
Per ora emerge forte il fatto che un minore, se anche commette reati o atti antisociali, è e rimane un soggetto fragile, che spesso neanche ha contezza di commettere reati (come, non sai che diffondere la foto della tua compagna di classe in intimo o condividere in un gruppo offese e dileggio verso un’altra persona, sono reati?) e che necessita di essere accompagnato in un percorso di rieducazione diverso da quello previsto per gli adulti che commettono reati (e così è per fortuna).
Ci sono reati e ci sono comportamenti devianti, all’interno di un’area grigia, che necessitano anch’essi di un’azione di rieducazione.
I genitori hanno un ruolo che va oltre quello di educare i figli e può discendere nei loro confronti anche una responsabilità per non aver fatto il possibile per non fargli commettere atti illeciti anche in altri ambienti (come la scuola o l’ambito sportivo); è illusorio pensare o delegare la responsabilità di certe azioni alla scuola piuttosto che al gruppo sportivo…
Ci resta l’idea di un sistema molto complesso che c’è, è presente e funziona, una sorta di villaggio (che coinvolge polizia e carabinieri, tribunali, educatori, scuola ed insegnanti, avvocati e psicologi ecc) a cui sono necessari continui controlli ed aggiustamenti per mantenersi efficiente.
Carlo Cavacece